TRATTAMENTO ACQUE REFLUE E METEORICHE: FOSSE BIOLOGICHE
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Impianti di depurazione acque per salumifici e mattatoi

Impianti di depurazione acque per salumifici e mattatoi

Gli scarichi derivanti dai processi di lavorazione dei salumifici sono quasi esclusivamente risultanti dal lavaggio dei prodotti lavorati (cioè le carni di varia natura) e dei pavimenti degli ambienti dove avvengono queste lavorazioni. I reflui sono inquinati dai residui sia delle materie prime (materie organiche, grassi e olii animali, azoto ammoniacale) che dai residui delle sostanze usate come additivi (ad esempio i cloruri per la salatura).

Queste sostanze si trovano sui pavimenti durante e dopo le lavorazioni per poi essere dilavati (nelle operazioni di pulizia e igienizzazione degli ambienti di lavoro) e successivamente defluire nella rete di drenaggio per essere convogliate allo scarico.

Le componenti operative del sistema proposto sono sintetizzati nella seguente tabella.

Unità operativa

Componenti impiantistici

Tipo di trattamento

Trattamento primario

Degrassatore

Rimozione delle sospensioni grasse e oleose

Trattamento secondario

Bacino di bilanciamento idraulico e filtrazione biologica

Equalizzazione idraulica e depurazione biologica delle acque degrassate

Trattamento terziario

Impianto di fitodepurazione

Finitura 

Il trattamento primario è effettuato dal separatore di grassi (“degrassatore”): qui vengono rimosse le sospensioni leggere (olii e i grassi) che possono ostacolare i processi che avvengono nel filtro biologico. Per maggiori informazioni su questa tipologia di impianti si rimanda alla specifica sezione.

Il trattamento secondario avviene nel bacino di bilanciamento idraulico e filtrazione biologica. Questo rilancia l’acqua al letto di fitodepurazione equalizzando la portata e opera una consistente rimozione (circa il 70-80%) del carico organico.

Il trattamento terziario è operato da un impianto di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale. La superficie della fitodepurazione è ridotta fino a 1/5 rispetto a quella che sarebbe necessaria grazie all’adozione del filtro biologico installato nel bacino di bilanciamento idraulico.

Se ben dimensionato, tale sistema integrato è in grado di depurare le acque di scarico con elevate efficienze di rimozione (fino al 99%) e senza fango residuo (a parte quello prodotto dal separatore di grassi). Queste prestazioni non sono riscontrabili nei depuratori tradizionali.

Il degrassatore e il bacino di bilanciamento idraulico e filtrazione biologica sono costruiti utilizzando vasche monoblocco prefabbricate in cemento armato. Ovviamente viene assicurata la facilità di ispezione degli ambienti interni con solai di copertura dotati di chiusini in ghisa o cemento. Realizzate con unico getto e quindi monoblocco, questi manufatti forniscono massima garanzia di tenuta idraulica e resistenza strutturale. La rimozione dei grassi è indispensabile poiché queste sostanze vanno ad ostacolare l’attività batterica nel filtro biologico. Il separatore di grassi va dimensionato e costruito seguendo le norme UNI EN 1825-1 e UNI EN 1825-2.

Il bacino di bilanciamento idraulico e filtrazione biologica è il componente che provvede all’equalizzazione della portata idraulica da rilanciare al letto di fitodepurazione e al primo stadio di depurazione dell’acqua precedentemente degrassata. All’interno è installato il filtro biologico realizzato con corpi di riempimento plastici ad alte superficie specifica e frazione di vuoto mentre sul fondo sono posti uno o più aeratori a bolle fini allo scopo di ottenere l’adeguata ossigenazione dei pacchi di riempimento con flusso d’aria ascensionale. Oltre a questi sono installate delle pompe sommerse di cui due preposte al rilancio dell’acqua alla fitodepurazione mentre le altre sono invece preposte al ricircolo dell’acqua percolata in testa al filtro. Tutte le pompe sono del tipo centrifughe con girante a vortice specifiche per la movimentazione di acque contenenti corpi solidi in sospensione. Il sistema di svuotamento e rilancio è configurato e regolato in modo da ottenere l’equalizzazione della portata facendo operare il bacino alla stregua di un “polmone” di compensazione dei picchi di scarico. 

Impianti di depurazione acque per salumifici e mattatoi

L’impianto di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale opera il trattamento terziario e di finitura del processo depurativo. Solitamente è costituito da un invaso ricavato sul terreno e impermeabilizzato con fondo in pendenza. Al suo interno è posato un letto di inerti (che costituisce i vero e proprio mezzo filtrante) che aiuta la crescita di piante idrofite emergenti.

L’impianto consta di una condotta di entrata e relativo sistema di distribuzione dell’acqua (che deve essere il più uniforme possibile), di collettore di fondo in uscita e di un pozzetto esterno per la regolazione del livello dell’acqua adattato per le operazioni di prelievo del refluo risultante dal processo. Le dimensioni della zona di trattamento (lunghezza e larghezza) vanno calcolate in base alle principali caratteristiche del refluo in ingresso: portata e carico inquinante.

Il sistema qui descritto è adatto al trattamento delle acque di scarico dei salumifici e delle aziende di lavorazione carni in generale. I suoi vantaggi rispetto i sistemi di trattamento più diffusi sono molteplici, per brevità ne riportiamo solamente i principali:

  1. Bassi costi di realizzazione Il costo di realizzazione è assai inferiore rispetto al caso di un impianto tradizionale (come è ad esempio un depuratore a fanghi attivi).
  2. Affidabilità di funzionamento Nel comune sentire la fitodepurazione è accompagnata dal timore di insorgenza di odori sgradevoli e della massiccia proliferazione di insetti ma questo si verifica se l’acqua affiora dalla superficie libera del letto, fenomeno ovviabile se l’impianto è correttamente dimensionato.
  3. Elevate prestazioni L’acqua risultante è in genere di qualità superiore rispetto a quella ottenibile con un depuratore classico e quindi può essere riutilizzata (ad esempio a scopo irriguo) o scaricata in corpi recettori per i quali le norme fissano limiti di emissione molto restrittivi.
  4. Bassissimi costi di gestione Non producendo fango di supero gli unici oneri di smaltimento sono dovuti alla rimozione dei grassi separati e accumulati nel degrassatore. La gestione si limita alla sorveglianza del quadro elettrico del bacino di bilanciamento e filtrazione biologica.
  5. Conformità alle norme per la specifica applicazione ai salumifici Le recenti applicazioni effettuate in alcune aziende umbre del settore hanno dimostrato la capacità del bacino di depurare le acque di scarico dei salumifici nel rispetto dei limiti di emissione indicati nella Direttiva Tecnica emanata dalla Regione in materia di disciplina degli scarichi delle acque reflue. Questa assimila tali reflui alle acque reflue domestiche per equivalenza qualitativa se la consistenza dello scarico non è superiore a 50 abitanti equivalenti, cioè se il consumo di acqua non supera i 4,5 m3/giorno: in questo caso la depurazione richiesta per lo scarico in corpo idrico superficiale deve realizzare una riduzione del 50% delle concentrazioni di solidi sospesi e del 30% dei valori organici (BOD5 e COD). In altre normative regionali sono invece imposti i valori riportati nelle tabelle 3 e 4 dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006 relativamente agli scarichi delle acque reflue industriali in corsi d’acqua superficiali e sul suolo: in questo caso è necessaria la realizzazione di un impianto di fitodepurazione di finitura del refluo.

In ogni caso il nostro Studio di Progettazione è a disposizione per un consulto gratuito al fine di individuare la soluzione adatta e un’adeguata offerta economica.

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